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Le immagini parlate o mimate

  • Immagine del redattore: Dominga Ciavarella
    Dominga Ciavarella
  • 21 feb 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Le parole non sono traducibili in parole perfette,poiché imperfetto è il suo vocabolario,ma osservando le espressioni facciali o corporee di un'altra persona possiamo tradurre interiormente anche parole astratte,perché ogni emozione appartiene alla storia di qualcuno,e possiamo identificarci nello stato d'animo o in ciò che ha creato quel preciso stato d'animo.(da Te lo leggo in faccia di Paul Ekman).

Le emozioni si sono evolute per preparare a gestire con rapidità gli eventi più vitali per la nostra esistenza.”I ricordi degli eventi emozionali che scegliamo di richiamare alla memoria,anche diversi da quelli che ci fanno rivivere immediatamente le emozioni provate originariamente,ci offrono la possibilità di imparare a ricostruire l'accaduto,donandoci l'occasione di mutare ciò che scatena l'emozione.

Un altro modo con cui possiamo scatenare un'emozione è l'immaginazione.

Se le usiamo per creare delle scene che sappiamo scatenarci un'emozione,possiamo anche scegliere di raffreddare un pulsante rovente.Possiamo provare a ripetere mentalmente un'azione,in cerca di nuove interpretazioni dell'evento che non coincidano con i nostri elementi scatenanti abituali.

Le emozioni insorgono anche per empatia modellando lo stato d'animo dell'altro. Il linguaggio scritto può suscitare emozioni traducendo in immagini,sensazioni,suoni,odori,sapori...quindi senza le immagini come meccanismi di autovalutazione,non sarebbe possibile produrre emozioni col solo linguaggio;ma può anche un'immagine essere tattile?ovvero qualcosa che guardiamo suscitare la sensorialità intima di un prodotto?La risposta è sì se tale processo avviene per immagini parlate o mimate capaci di suscitare emozioni,ovvero evocandone il senso emotivo legato all'immagine stessa.

L'assunzione esteriore della fisiologia(postura e atteggiamento)di una personalità può indurmi a provare le sue emozioni(stato d'animo primario e variazioni)in modo da automodellarmi nello stesso atteggiamento modellato,nonché di trasferire per via empatica lo stesso stato d'animo su di un'altra persona.

Secondo gli studi di Ekman e LeDoux ogni innesco emozionale appreso si collega ad un più ampio assembramento cellulare,come una banca dati,che provoca la reazione emozionale;sarebbe possibile dinnescare il cavo tra innesco e reazione,vero anche il contrario:determinati eventi ,se si è sotto stress,possono innescare il collegamento,e l'emozione riparte.

La voce è un sistema di segnalazione importante quanto l'espressione facciale:è molto difficile quando si parla,nascondere o escludere dalla voce i segnali del suo stato d'animo.Il viso mente più spesso della voce,e come per il viso anche la voce possiede dei segnali emozionali universali.(Klaus Scherer).

Nel piacere sensoriale tattile ci si avvicina all'oggetto stimolante l'impulso all'azione fisica(P-Ekman).Quando proviamo un'emozione consideriamo l'ambiente in cui si manifesta e attiviamo ogni segnale coerente con l'emozione,giustificandola ed aumentandola,aspettative,giudizi,desideri ci aiutano a far perdurare il nostro stato d'animo.

L'esperienza che produce un'emozione è filtrata anche e soprattutto dal circuito ereditario del nostro sistema emozionale(la storia di ciascun individuo), così come un programma affettivo(P.Ekamn).

P.Ekman crede che si possono disimparare le reazioni emozionali apprese,in modalità diverse per ciascuna persona,con l'esercizio e l'impegno,non solo,l'autore crede nella possibilità di sfruttare la mente o l'attenzione(altro elemento su cui si esprime D.Goleman)per essere cognitivamente consapevoli di ciò che si muove all'interno di una emozione,e capire se proseguire con un'azione piuttosto che un'altra.

“E' plausibile che avremmo una facoltà di scelta maggiore,se sapessimo accorgerci di quando scatta la valutazione automatica,per modificarla o annullarla a nostra volontà.”Quella consapevolezza auspicata da Ekman è una sorta di presenza emozionale,che apporta una gestione della nostra esperienza emozionale più governabile ed equilibrata.Per essere presenti al nostro stato emozionale vale l'esercizio di riconoscere le emozioni altrui e immedesimarsene:se riusciamo a capire come si sentono gli altri,la nostra mente conscia registra anche la nostra stessa reazione emozionale a loro collegata.”Accrescere la capacità di individuare i segni rivelatori della reazione emozionale altrui nei nostri confronti,può allertarci,rendendoci più presenti a cosa stiamo facendo o provando,e aiutarci a reagire alle emozioni degli altri in modo appropriato.”


 
 
 

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